Abilene
Failed to add items
Add to basket failed.
Add to wishlist failed.
Remove from wishlist failed.
Adding to library failed
Follow podcast failed
Unfollow podcast failed
£0.00 for first 30 days
Buy Now for £14.99
No valid payment method on file.
We are sorry. We are not allowed to sell this product with the selected payment method
-
Narrated by:
-
Giulia Greco
-
By:
-
Rebecca Quasi
About this listen
Londra 1837 - Abilene Fairfax è abituata a dare scandalo al Ton e non si cura delle chiacchiere e alle maldicenze che la seguono da quando ha sposato il vecchio Conte di Stonefield.
Arthur Lake è un amico d’infanzia della Duchessa di Clarendon, che ha riversato nella professione medica e nell’affetto per il figlio la sua passione e le sue speranze.
Quando le condizioni di salute del Conte si aggravano, Lady Stonefield decide che deve dare a tutti i costi un erede al casato. Contatta così il dottor Lake, affinché attesti il suo stato e la segua nella gravidanza e nel parto.
Basta poco perché il senso etico e morale con cui Arthur Lake conduce se stesso e la professione medica vadano in collisione con la spregiudicatezza della contessa e ancora meno perché i due provino una forte attrazione reciproca.
Il decesso del conte e la nascita di una femmina sconvolgeranno i piani di Abilene, separandola dalla figlia e allontanandola da Londra.
Il destino però ha in serbo altri piani e nell'estate del 1841 le cose cambiano...
"Pensate che ce ne siano altre così?"
"Così come?"
"Altre donne così. Ce ne sono altre?"
"Non ti capisco Samuel."
Il bambino con un enorme sforzo mise i gomiti sul tavolo, cosa che Mrs Connor gli rimproverava regolarmente, poi si sporse in avanti e, con il tono che riservava alle cose segrete, provò a chiarire la propria idea: "Mi piace molto. Più in là vorrei sposarne una così, uguale identica."
Arthur non trovò la cosa divertente, quindi suo figlio si sentì in dovere di essere più preciso:
"Bella come le giornate senza pioggia e che rida. Avete notato com'era bella quando rideva?" chiarì Samuel.
Lady Stonefield non rideva mai.
E non aveva niente a che fare con i giorni in cui non pioveva.
In realtà era intrinsecamente uggiosa.
Assomigliava a quelle giornate tormentate dalle mosche, ai pomeriggi in cui non si riesce a concentrarsi su niente perché quegli insetti maledetti ti ronzano nelle orecchie senza tregua, occupano i tuoi pensieri, fendono la tua aria, attirano la tua attenzione."